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Un ex-meccanico ciclista che doveva dire a suo figlio che non era suo figlio. Un barbiere fatuo e molesto. Un macellaio filosofo. Una bambina di nome Battaglia. E tante biciclette che servono per andare dappertutto, anche per dimagrire; biciclette che si spingono per mano anche quando si va a piedi, così come si porta a spasso un cane. "A Bologna le bici erano come i cani" è un romanzo fatto di voci, ascoltate, intercettate per strada, registrate sotto i portici, ai tavolini di un bar, nell'androne di un condominio.